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giovedì 23 luglio 2020

RECENSIONE - La Lettera Scarlatta - di Nathaniel Hawthorne

Buonasera anime librose,

sono qui per condividere con voi la recensione dell'ultimo libro che ho appena terminato di leggere, "La lettera scarlatta" di Nathaniel Hawthorne (Salem, 4 luglio 1804 – Plymouth, 19 maggio 1864).





TRAMA


Fiera e bellissima, Hester Prynne viene portata dalla prigione al palco della gogna, dove subisce la pubblica umiliazione di mostrare a tutti la lettera "A" ricamata in rosso scarlatto sul petto. "A'' come adulterio: un marchio di infamia che la ragazza è condannata a portare per sempre. Ha una bambina in braccio, frutto del peccato che ha macchiato la sua reputazione. Ma lo spietato codice morale dell'America puritana è in netto conflitto con una legge superiore: quella del cuore. (Giunti ed.)



RECENSIONE



Il romanzo è ambientato nella città natale dell'autore, Salem, nella metà del 600, e ci trasporta nella vita sociale così puritana di un New England di quell'epoca storica tanto controversa. L'autore finge di apprestarsi a raccontare una vicenda realmente accaduta.

Premetto che nelle mie recensioni cerco sempre di fare meno spoiler possibili, per non rovinare il gusto di scoprire pagina dopo pagina le storie che vi apprestate a leggere. Spero di riuscire nel mio intento.



Detto questo, inizio col sottolineare che questo romanzo non si può certo definire leggero e neanche il più semplice e scorrevole tra i classici della letteratura, ma è un capolavoro per diversi aspetti.

Ogni dialogo, ogni azione dei protagonisti, ogni momento di questa  storia vengono narrati sullo sfondo di una giornata di sole o di una notte stellata, di una stanza o piazza di mercato, sempre tutto descritto in ogni minimo dettaglio, talvolta in modo prolisso ma a mio avviso sempre funzionale alla trama.

I personaggi sono descritti con dovizia di particolari, sia a livello esteriore e quindi fisico, sia nella loro interiorità, scandendo ogni singolo stato d'animo e pensiero, secondo il punto di vista del narratore. Ci saranno inizialmente lunghe pagine dove quest'ultimo racconterà della sua vita all'interno della dogana, dove trascorreva le sue giornate per motivi di lavoro. 



Verbose descrizioni di luoghi e di persone precederanno la storia vera e propria di Esther Prynne, per poi raccontare della battaglia di questa donna contro il bigottismo imperante di una vera e propria caccia alle streghe (non a caso siamo a Salem) che poteva tramutare ogni donna diversa dalle altre in una possibile "serva del maligno".



Non voglio dire nulla di più, se non che questo è un vero classico per i palati più esigenti ma anche più pazienti, che non si annoieranno al cospetto delle lungaggini alle quali l'autore li sottoporrà, ma sapranno apprezzare fino in fondo ogni singola parola di questo capolavoro trascritto in un linguaggio forbito e in disuso, che per me resta comunque estremamente affascinante.


Trasposizione cinematografica con Gary Oldman e Demi Moore


Per la lettura consiglio vivamente l'edizione in uscita in tutte le edicole con RBA Italia collana STORIE SENZA TEMPO


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